Regia: Jason Wingard
Produzione: Regno Unito
Anno: 2018

Romanticamente imbecille. Se fosse un genere apparterrebbe a questo la commedia di Jason Wingard. Vince una scrittura che si snocciola grazie alla straordinaria performance dei due fratellastri protagonisti, Omar e Pete. Rifare le cose e rifarle con garbo. Solo così si può omaggiare l’urna cineraria lebowskiana contenente i preziosi resti dell’amata nonna, che sembra il tanto agognato vaso premio della nostrana Amarena Fabbri dei tempi che furono. Ci si lascia andare come bambini su in giro di giostra. Come su quelle ruote panoramiche che insistono sul litorale di Blackpool. Il kitsch affiora qua e là ma ci si può tranquillamente commuovere un istante dopo aver riso di cuore in un’ altalena che premia una scrittura attenta, genuina, attuale e sensibile. Tutti siamo mangiati dai leoni di turno perché tutti siamo gazzelle nella savana e un mattino siamo stati, nonostante tutto, troppo lenti. E anche quelli inglesi – che non stanno solo su una bandiera – sanno essere voraci e spietati come la zia Ellen o inermi e inerti guardando chi sta lacerando le carni, come suo marito. La ricerca di un padre è una piccola odissea in itinere da Bradford, Yorkshire alla costa nord occidentale. E alla fine conta davvero? Forse è più importante crescere, nonostante tutto. Emanciparsi. Seguire il proprio istinto. Perdersi e, poi, ritrovarsi. Scappare dai leoni, se è il caso.