_UN PROGETTO DI BABELICA APS

[BRITISH IRISH FILM FESTIVAL 2024] THE END WE START FROM | London Flooding

Regia: Mahalia Belo
Produzione: Regno Unito
Anno: 2023

Quali e quante acque si romperanno all’ unisono? Quelle che preludono al parto? Quelle placide che trabordano dall’orlo della vasca da bagno? Quelle che irrompono frantumando vetri e rovesciando tutto con la furia distruttiva di un evento catastrofico imponderabile?
Vita e morte. Creazione e distruzione. Mahalia Belo con la sceneggiatura di Alice Birch, trae da un romanzo di Megan Hunter una distopia che pare apparentata a quel 28 giorni dopo e 28 settimane dopo messi in scena da Danny Boyle e Juan Carlos Fresnadillo (di cui è stato annunciato un terzo capitolo) e anche a The Road di John Hillcoat. Suggestivo, potente, ricostruisce credibilmente un tempo inquietante e apocalittico assai vicino al nostro presente. Non siamo in un futuro lontano. Siamo al qui e ora. Alla storia di tanti: un incontro, un appuntamento, corteggiarsi, diventare una coppia, metter su casa insieme, avere un figlio. E poi la diaspora. Un’inondazione che divide, che divarica un nucleo familiare e lo manda alla deriva in un mondo che diventa immediatamente crudele, infame. Dove la tua morte è la mia vita. Dove la sopravvivenza è un istinto primordiale e, dunque, anche bestiale. Il potere – enorme – della natura che dà e toglie. Senza che l’uomo possa farci niente. Se non scannarsi, perdere il senso comune. Farsi nemico di sé stesso e del genere umano. Approdare a un isola che è un’idea. Un distorto concetto di salvezza. L’isola della dismemoria. Dimenticare senza voler sapere più nulla di ciò che c’è al di là. Di ciò che è accaduto e che accade nel mondo fuori. Una sorta di oblio terapeutico forzoso. Che illude. E’ mero palliativo. E’ fede cieca a cui la madre (nessun personaggio ha un nome proprio tranne Zeb, il neonato), una strepitosa Jodie Comer su cui si regge e trae forza gran parte del film, non può resistere e soprattutto non vuole. E allora intraprenderà un viaggio a ritroso. Perché solo andando verso ciò che è andato perduto, forse tutto, chissà, nell’incertezza di non incontrare più nessuno, di non riconoscere più niente, si può tentare di ritrovare qualcosa. E di ritrovarsi. E ricominciare, comunque, nonostante tutto.

SFOGLIA LE RECENSIONI

POTREBBERO INTERESSARTI...