Regia: Christine Molloy e Joe Lawlor
Produzione: Irlanda, Regno Unito
Anno: 2023
Il conflitto anglo irlandese vanta diverse rappresentazioni cinematografiche. Baltimore propone un episodio particolare narrando il risveglio di una coscienza nemmeno alto borghese, ma addirittura aristocratica. Rose riceve il suo battesimo del sangue a dieci anni quando spara alla prima volpe sotto lo sguardo compiaciuto del padre. Un nome, quello di Rose Dugdale, ereditiera britannica che negli anni ’70 del secolo scorso divenne membro dell’Ira, pressoché sconosciuto ai più. Imogen Poots dà corpo, voce e anima a questa ragazza che sposò una causa non propriamente sua, con la convinzione, la passione e l’abnegazione che spesso la giovinezza alimenta in modo anche disordinato. Come disordinato, velleitario e sicuramente a rischio per loro stessi oltreché per i loro obiettivi, è stato il loro agire, come gruppo in qualche modo affiliato all’organizzazione eversiva irlandese. Compiere furti di opere d’arte di altissimo livello – da Vermeer a Rubens, da Goya a Velasquez – custoditi nelle dimore di facoltose famiglie, come merce di scambio per il rilascio di militanti detenuti. Avventure quasi rocambolesche sino all’inevitabile cattura, che sembra un misto tra la cronaca vera e terribile di quei tempi e un’avventura all’Arsenio Lupin. Non un biopic, ma lo spaccato di un momento. Di una ragazza che mise in gioco la sua vita rinunciando ai privilegi che le erano toccati in sorte insieme al patrimonio di famiglia. Che visse una stagione intensa e costellata di avvenimenti. Anni vissuti pericolosamente, supportati da un afflato ideale mai venuto meno. A margine ma non troppo una riflessione sull’arte e sul rilievo che può avere. Si è disposti a sacrificare un capolavoro in nome della
causa? (In caso di mancata risposta alle trattative il gruppo aveva previsto di minacciare di distruggere i quadri. E di farlo, sostanzialmente). Non fu necessario. Ma il quesito rimane in piedi, tanto quanto crollano in giro per il mondo le vestigia del passato che, assieme al presente, qualcuno tenta sempre di distruggere.