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BIRD | Un raggio di luce, nonostante tutto

Titolo: Bird

Regia: Andrea Arnold

Paesi di produzione: Regno Unito, Francia

Anno: 2024

 

Una cittadina nella contea del Kent, Inghilterra del Sud. Bailey (Nykiya Adams) è una ragazzina dodicenne ormai prossima alla pubertà che vive con il padre Bug (Barry Keoghan) e il fratellastro Hunter (Jason Buda) in un edificio fatiscente, occupato insieme ad altre famiglie indigenti. Bug – un giovane uomo non ancora trentenne, probabilmente privo di un qualsivoglia lavoro degno di questo nome – è in procinto di sposarsi con la sua giovane compagna, madre di una bambina ancora piccola. Bailey vive da sempre una situazione famigliare non semplice e caratterizzata dal disinteresse del padre, che al fine di finanziare il matrimonio intende sfruttare un rospo il cui muco allucinogeno è ambito fra i consumatori di sostanze stupefacenti.

Immagine 1 1La ragazza si muove in un contesto socialmente difficile e contraddittorio, in cui la violenza e i valori positivi in cui i giovani si riconoscono, nonostante tutto, non sempre trovano posto sugli opposti piatti della bilancia. Anzi, spesso la prima è il mezzo attraverso il quale affermare e difendere i secondi: infatti, è il senso di giustizia smosso dai maltrattamenti subiti dai deboli, dagli indifesi e dalle donne (e la conseguente sfiducia nelle istituzioni) che informa di sé la piccola gang di cui fa parte Hunter, di pochi anni più grande della sorella. In condizioni non miglior vive Peyton (Jasmine Jobson), mamma di Bailey, che oltre alla ragazzina rimasta a vivere con Bug ha altri tre bambini piccoli, che la protagonista cerca di difendere dalla violenza fisica e psicologica del nuovo compagno della madre. È proprio la figlia a coinvolgere Hunter e la sua banda nel tentativo di spedizione punitiva ai danni del convivente di Peyton. Ma sarà l’incontro con il bizzarro ed enigmatico Bird (Franz Rogowski) a segnare la vera svolta nella vita interiore della giovane.

 

Bird di Andrea Arnold è un breve viaggio sia nel percorso di crescita fisica e spirituale di Bailey, sia nella società sottoproletaria urbana che la circonda, così presente nelle città di ogni importanza e dimensione del Regno Unito. Le condizioni di vita dei giovani e delle loro famiglie sono caratterizzate dai problemi tipici della classe sociale di appartenenza: disoccupazione, uso di alcool e stupefacenti, violenza urbana, maltrattamenti all’interno del nucleo famigliare, maternità o paternità prima del raggiungimento della maggiore età.

Il film, però, non indulge troppo in una rappresentazione cruda e dettagliata di tali aspetti – pur delineandoli senza omissioni –Immagine 2 preferendo fare un viaggio nel mondo interiore della protagonista, che pur immersa in un ambiente degradato trova il modo, durante il passaggio all’adolescenza in compagnia di un padre squinternato, di raccogliere uno spiraglio di luce grazie all’incontro inaspettato e fortuito con Bird, una strana figura di giovane uomo che per qualche giorno vive sul terrazzo del palazzo più alto della cittadina, quasi si trattasse realmente di un uccello. Anche lui, come molti altri personaggi della vicenda, è alla ricerca di se stesso, di una famiglia – nella fattispecie, del padre che non ha mai conosciuto – e di un contatto umano difficile da instaurare in una società povera e in grande difficoltà (nella quale, fra l’altro, nessuno sembra mai lavorare).

Sarà proprio Bird, in un epilogo quasi da realismo magico sudamericano, a risolvere in un qualche modo problemi diImmagine 3 Bailey e della sua famiglia allargata. Soprattutto, Bird sarà il tramite attraverso il quale la protagonista apprenderà – durante i pochissimi giorni di frequentazione – a guardare in modo diverso la propria vita e le persone che la circondano. Grazie al suo nuovo sguardo, emergerà come il padre Bug non sia solo il prodotto di un sottoproletariato distrutto dalle ricorrenti crisi economiche e dall’incapacità di gestire la propria esistenza, ma anche una persona capace di provare un vero amore per i propri figli, avuti da due donne diverse quand’era minorenne. Bug, infatti, è parte di un tessuto sociale in cui esistono ancora valori profondi, nonostante questi siano difficili da gestire in modo responsabile e vengano spesso declinati secondo le prassi di una società politicamente e socialmente depressa.

 

Andrea Arnold consegna agli schermi un film – in concorso per la Palma d’Oro e la Queer Palm al Festival di Cannes 2024 – bello e intenso, in cui emergono difficoltà e umanità di una classe sociale che in Inghilterra costituisce uno zoccolo duro difficile da erodere anche a causa delle politiche economiche e sociali adottate dai governi inglesi negli ultimi cinquant’anni. La regista riesce a ottenere questo risultato senza indulgere troppo nella rappresentazione delle condizioni più estreme, scegliendo di rivolgersi – soprattutto – allo spirito più intimo dei personaggi di contorno e di Bailey in particolare, attraverso cui rappresenta i dilemmi vissuti da famiglie difficili e frantumate, come fatto in passato – in modo diverso ma altrettanto efficace – da Charlotte Regan (una donna, ancora una volta) in Scrapper (2023), che narra di un’altra dodicenne orfana della madre e presa in carico da un giovane padre che non aveva mai conosciuto.

Interamente girato con una camera a spalla – che contribuisce a esaltare la “presa” su uno squarcio di vita reale – Bird è coadiuvato da una colonna sonora fatta di pezzi assai appropriati sia quando provenienti dal mondo della musica britannica (i post-punk Fontaines D.C. e Sleaford Mods, nonché i ben più noti Coldplay) sia quando appositamente composta dal musicista elettronico inglese Burial.

Ottima performance della giovane esordiente Nykiya Adams, che porta su di sé buona parte del film, affiancata da due attori del livello di Barry Keoghan e Franz Rogowski, ancora una volta capaci di calamitare l’attenzione dello spettatore.

 

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