un rapido sguardo alle visioni di aprile 2022 tra recuperi tardivi e vecchi titoli
Shimmer Lake – Oren Uziel, 2017
Per quanto convenzionale e con la meccanica già vista in Memento, Shimmer Lake non ha pecche narrative e scorre fluido, tra thriller, noir e pillole contenutissime di umorismo. Tutti in parte con colpo di scena finale.
Perché no? Buona visione.
Alessandro Cellamare
Loro [s01] – Little Marvin, 2021
Loro va vista per almeno un paio di motivi: l’incantevole ricostruzione d’epoca anni 50 e le tante soluzioni visive e narrative centrate, alcune terrifiche. Purtroppo è anche costellato di piattezze che non la lasciano volare.
L’episodio dell’infanticidio è quasi insostenibile.
Alessandro Cellamare
Solo sotto le stelle – David Miller, 1962
Dipinto di un uomo solitario, fuori tempo, consapevole, scaltro, in un mondo che non gli appartiene. Etico eppure fragile, ne viene fuori il ritratto di uomo dai sentimenti negati. Memorabile la fuga col cavallo. Fotografia che racconta l’anima.
Crepuscolare.
Alessandro Cellamare
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante – Peter Greenaway, 1989
E’ cinema barocco, in verde e rosso, elegante nella sua esposizione carnale e alimentare anche quando vira nel turpe. Il cibo nasce come opera d’arte, poi marcisce o si racconta in deiezioni, fluidi e rumori, in tandem con la sessualità.
Unico.
Alessandro Cellamare
Un piccolo favore – Paul Feig, 2018
Delizioso giocattolino giallo/thriller ben ritmato e con tocchi di commedia, Un piccolo favore è un titolo alla Gone Girl (commedia a parte) ma meno raffinato (alla regia non c’è Fincher). Raro film moderno in cui la spiegazione è limpida ma non didascalica. Funziona e diverte.
Alessandro Cellamare
The Neon Demon – Nicolas Winding Refn, 2016
Fiaba e parabola maledetta su una farfalla luminosa in un bosco di tenebre e demoni. La tensione di una minaccia latente, tra il magico e reale, è la cifra di un lavoro su un mondo nel mondo, dove i corpi sono la vita e l’unico senso del vivere.
Magnetico.
Alessandro Cellamare
The Trip – Tommy Wirkola, 2021
Thriller con sprazzi di commedia, The Trip è un vero scacciapensieri che spiazza a tratti per picchi di qualità nella tensione e nelle soluzioni registiche e di scrittura. Comincia in un modo, vira in un altro, e l’incontro coi fuggitivi ha dei momenti divertenti e godibili.
Alessandro Cellamare
Little Evil – Eli Craig, 2017
Commediola horror simpatica che strizza l’occhio intenzionalmente a Omen, con un minimo di parodia. Attori in parte ma non memorabili, dialoghi buffi ma al limite dell’efficacia, è un prodotto medio scacciapensieri che si tollera in allegria. Anche con famiglia.
Alessandro Cellamare
Room – Lenny Abrahamson, 2015
Titolo originale che affronta un tema singolare almeno quanto la struttura stessa della pellicola: parte come cinema di mistero/thriller e, nella seconda parte, entra nel dramma annullando l’antagonista. La parte drammatica cesella i personaggi e non stanca mai. Bel lavoro.
Alessandro Cellamare
Kadaver – Jarand Herdal, 2020
Come sopravvivere durante una guerra, tra esplosioni e carestie? Ci pensa la fantasia di Kadaver a darne una versione improbabile ai limiti del surreale ma originale e misteriosa. Oltre l’idea c’è del buono qui e là per trovate, ma resta un horror dimenticabile. Guardabile.
Alessandro Cellamare
Raw – Julia Ducournau, 2016
Primo lungo della regista del premiato Titane, Raw anticipa la sua filosofia e la necessità di integrare/usare carnalità e orrore all’interno di un coming of age. Idea valida, ma manca una storia intrigante e la crescita si avverte poco. Restano dei buoni singoli momenti.
Alessandro Cellamare
Cave of Forgotten Dreams – Werner Herzog, 2010
Dotato di un tema affascinante, Cave of Forgotten Dreams rapisce per contenuto ma non per forma, elevandosi di poco dal documentario tout court e non riuscendo a infondere molto altro rispetto alla meraviglia della grotta Chauvet. Resta una grande testimonianza filmata.
Alessandro Cellamare
Society – The Horror – Brian Yuzna, 1989
Prodotto mediocre sotto molti punti di vista (interpretazioni, musiche, dialoghi), il Society di Brian Yuzna resta segnante nella storia del cinema horror per la metafora sociale e per il delirante finale. Alcuni passaggi inquietanti centrati, ma la qualità attorno li affossa.
Alessandro Cellamare
Pola X – Leos Carax, 1999
Pola X è una storia maledetta e dannata, in cui aleggia perennemente erotismo, sessualità, ambiguità e mistero, storia avvitata attorno all’arte della scrittura e al suo senso. E’ una spirale decadente e morbosa che non lascia indifferenti.
Il vero maudit è il regista, Leos Carax.
Alessandro Cellamare
Sei minuti a mezzanotte – Andy Goddard, 2020
Sei minuti a mezzanotte è uno spy/thriller movie per famiglie sul solito tema del nazismo, di media fattura ma che non manca di una certa cura visiva (a tratti) che lascia sospettare potenzialità ben superiori a quanto su schermo. Per bocche buone ma anche per spegnere la testa.
Alessandro Cellamare
Regali da uno sconosciuto – Joel Edgerton, 2015
The Gift (2015) è un thriller d’invasione con tutte le carte in regola (meccanismi di tensione, colpi di scena), ma sorprende soprattutto chi è nuovo di questo sottogenere. Per gli altri è un lavoro funzionante ma non originale, con attori spenti che non innescano la scintilla.
Alessandro Cellamare